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DEVASTANTI INONDAZIONI NEL MALAWI

[31 Gennaio2015]

Gli agricoltori del sud del Malawi necessitano urgentemente di sementi e di capi di bestiame, dopo che le intense inondazioni dei giorni scorsi hanno distrutto campi e case, trascinandosi via animali e colture. Più di 170.000 persone hanno dovuto abbandonare le proprie case. Finora sono stati accertati 79 morti., ma nel solo distretto di Nsanje, 153 persone risultano ancora disperse. Si stima che circa 116.000 famiglie abbiano perso i raccolti e il bestiame.
Il Malawi è regolarmente colpito da siccità e inondazioni. Ma le forti piogge che hanno provocato così tanta devastazione sono arrivate prima del solito, facendo straripare ripetutamente i fiumi Shire e Ruo – e il loro impatto è stato molto più ampio. Rimane alto l'allarme per possibili nuove inondazioni, per le previsioni di piogge da moderate a forti nelle regioni settentrionali del Paese.
Si stima che più di 63.000 ettari di terra siano sommerse dalle acque, di cui 35.000 ettari di terreni coltivati, e lo stato di emergenza è stato dichiarato per 15 dei 28 distretti del paese
I distretti più colpiti sono Chikwawa, Nsanje e Phalombe. Un numero imprecisato di capre e di polli sono morti laddove le acque sono aumentate con velocità inaspettata, ponendo il rischio di possibili epidemie animali. Il piano di risposta del governo prevede un budget di 16 milioni di dollari per intervenire nel settore rurale e mettere gli agricoltori colpiti nelle condizioni di tornare a produrre in questa stagione. In alcune zone, le colture potrebbero essere pronte già nel mese di giugno, e questo mitigherebbe la necessità di fare affidamento su interventi umanitari di lungo termine.
La FAO lavora a stretto contatto con il governo del Malawi per fornire varietà a ciclo breve di mais, riso, patate dolci, fagioli, sementi di ortaggi e talee di manioca da piantare non appena possibile. Allo stesso tempo, le famiglie hanno bisogno di nuovi capi di bestiame al fine di garantire l'assunzione di proteine animali ed occorre ripristinare al più presto gli impianti d'irrigazione, prima della stagione secca, per garantire la produzione alimentare. Leggi tutto su GreenReport.


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