BiologiaMarina.eu

 

 

Cod Art 0167 | Rev 00 | Data 30 Mag 2009 | Autore Ottavio Luoni

 

L'ANTICO MEDITERRANEO

È facile capire il significato etimologico del nome di questo mare, deriva dal latino “medius” in mezzo, e “terraneus” da terra, quindi mare che sta in mezzo alle terre; il Mar Mediterraneo chiamato dagli antichi "Mare Nostrumù" è un bacino con una profondità media di 1500 m, bagna l’Europa a nord, l’Africa a sud, l’Asia ad est e si collega con l’Oceano Atlantico ad ovest tramite lo stretto di Gibilterra, anticamente chiamato Colonne d’Ercole, mentre a sud est ora è collegato al Mar Rosso tramite il Canale di Suez, un canale artificiale inaugurato nel 1869, inoltre a nord est si collega con lo stretto dei Dardanelli al mar di Marmara.

Questo mare non è molto pescoso perché scarseggia il fitoplancton (plancton vegetale) escludendo il Mare Adriatico, dove per la sua caratteristica forse c’è né persino troppo. Le acque di questo mare richiedono circa un secolo per ricambiarsi completamente grazie al flusso oceanico che passa per lo stretto di Gibilterra, e le sue acque piuttosto calde sono soggette ad una forte evaporazione. La sua salinità è sfruttata dall’uomo per l’estrazione del sale, infatti, lungo le sue coste vi sono molte saline attive.

Foto1

Questo bacino è il residuo di un antico mare, chiamato Tetide che separava le terre emerse di due continenti, l’Eurasia e l’Africa, poi sei milioni di anni fa nel Miocene e più precisamente nel piano Messiniano i grandi movimenti geologici portarono il continente Africano a scontrarsi con l’Europa, si formarono così le Alpi e nello stesso tempo si chiuse lo stretto di Gibilterra e rimase così isolato dall’ Oceano Atlantico. Il Mediterraneo in breve tempo, secondo alcuni studiosi in 3000 anni, si prosciugò quasi totalmente lasciando depositi di sedimenti evaporitici di gesso, salgemma e di zolfo. Tra i sedimenti di questo periodo, vi è la famosissima formazione gessoso-solfifera che affiora in vari luoghi della nostra penisola italiana. Secondo alcuni scienziati il Mediterraneo in quel periodo doveva apparire come un’enorme depressione incrostata di sale e cosparsa di pozze d’acqua salmastra più o meno profonde, secondo altri invece si pensa che il Mediterraneo non fosse arrivato a prosciugarsi totalmente, ma diventò un gran lago salmastro, queste ipotesi sarebbero surrogate dal ritrovamento d’alcune microalghe che si adattarono benissimo a questo scenario. Circa mezzo milione di anni dopo questo evento, nel Pliocene inferiore grazie ad un nuovo assestamento geologico si riaprì di nuovo lo stretto di Gibilterra, e così le acque dell’Atlantico si riversarono presumibilmente come un’immensa cascata nel Mediterraneo svuotato, ricolmandolo di nuovo con una cascata mille volte più potente e grandiosa di quelle del Niagara, rimescolando sia la flora e la fauna marina del tempo. Per le sue caratteristiche, che lo hanno preservato sino ai giorni nostri dopo questa straordinaria serie di eventi geologici, è importante preservare e mantenere integro il Mare Nostrum, cercando di non inquinarlo, poiché sono diverse le Nazioni altamente popolate che vi si affacciano, per questo occorre diffondere la cultura della protezione dell’ambiente a 360°.

BIBLIOGRAFIA