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Cod Art 0297 | Rev 00 | Data 25 Mag 2010 | Autore: Castronuovo Motta Nicola

 

   

L'ARCIPELAGO DELLE MALDIVE

BandieraMappa

Le Maldive, si dice, emozionano sempre. Vedere questi atolli emergere dai fondali oceanici che si ergono al massimo due metri sopra il livello del mare, con un diametro che spesso non supera i 200 - 300 metri è a dir poco toccante. Le isole sono 1190 e la maggior parte sono disabitate. Si sono erette nei millenni grazie all’accumulo della sabbia corallina erosa dall'incessante moto delle onde, e con il contributo dei pesci pappagallo e dei pesci balestra, che si cibano, triturandola, della barriera corallina, restituendo tutto cio che risulta indigesto sotto forma di polvere. Oggi, In alcuni casi, sono necessarie alcune opere di ripascimento, perchè alcune isole sono state "artificializzate", è stata rasa al suolo la vegetazione autoctona e si è preferito piantumare delle palme (Cocos nucifera), molto più turistiche per chi, come nel caso del viaggiatore medio, arriva in questi angoli di paradiso senza porsi troppe domande. La vegetazione spontanea delle isole, arbustiva e considerata poco gradevole alla vista, svolgeva molto bene il compito di trattenere il sedimento, favorendone anche l'accumulo, ma le palme non sono altrettanto adatte e quindi i monsoni e le piogge lavano via la sabbia e il sedimento, con un tasso molto maggiore rispetto a quello di deposizione, il che significa erosione (vedi box). Anche l'innalzamento del livello del mare mette a rischio l'intero atollo, e quello che la natura ha creato circa 60 milioni di anni fa, con l’emersione dai fondali oceanici di montagne imponenti, rischia di essere cancellato per sempre, dunque è un sogno che merita di essere vissuto almeno una volta nella vita.

L'Arcipelago delle Maldive, dista 735 km dallo Sri Lanka, ed è orientato in direzione nord-sud, estendendosi per circa 754 km in lunghezza e 188 in larghezza. Situato in posizione strategica, a cavallo dell’ equatore, gode di un clima particolare, e il monsone, secco (da Dicembre ad Aprile) e umido (da Maggio a Novembre) si abbatte senza particolare violenza sulle isole, con venti che raramente superano i 20 nodi. Dal cielo si vede benissimo la morfologia dei territori emersi, ed è uno spettacolo indimenticabile.

Ho avuto la fortuna di visitare le Maldive 5 anni fa, e sono rimasto veramente incantato dal ritmo lento che scandisce le giornate in queste isole, abitate in minima parte da una popolazione assolutamente pacifica e cordiale.

Quel periodo però fu infelice per la barriera corallina, a causa di El Nińo, che comportò un rialzo medio della temperatura delle acque di 3 - 4 °C. Fare il bagno era come immergersi in una vasca di acqua calda, naturalmente piacevole per noi, in qualsiasi ora e condizione meteo, ma per i coralli fu una situazione catastrofica, che portò al fenomeno dello sbiancamento in molte zone, particolarmente quelle protette dalle lagune, dove lo scarso ricambio d’acqua rispetto al mare aperto, peggiorò la situazione. Adesso la situazione è migliorata, ma i danni di allora sono ancora visibili e il recupero è lento.

La popolazione di origine indiana e araba, è stimata in circa 350.000 unità (dati 2005) e vive fondamentalmente del turismo e della pesca. Il turismo è la principale fonte di ricchezza, e sono quattro paesi europei i principali visitatori dell’arcipelago, nell'ordine Italia, Francia, Inghilterra e Germania,. Insieme rappresentano il 60 % dei flussi. La pesca, è eseguita con il bolentino, con le reti o al traino, con le tipiche imbarcazioni Dhoni costruite con il legno delle palme da cocco, trasportando tutto ciò che serve, compresi i turisti, anche se ormai gli spostamenti per quanto riguarda gli atolli estremi sono garantiti da veloci imbarcazioni equipaggiate da potenti motori, o con elicotteri o idrovolanti. In alcune isole sono stati edificati degli stabilimenti di inscatolamento del pesce, come il tonno, squali, marlin e altri pelagici, che transitano vicino alle isole, al di fuori della barriera corallina. Per raggiungere il mare aperto dall’interno delle lagune, sono stati realizzati creati dei pass dove poter uscire con le imbarcazioni o a nuoto, senza correre il rischio di danneggiare la barriera. Per gli attracchi delle imbarcazioni sono stati costruiti dei pontili, che sovrastano la barriera ed escono quasi in mare aperto, al di fuori della laguna.

Resort

La principale religione è Islam sunnita, ed è vietata la residenza fissa sulle isole, per chi non è mussulmano. Vii sono minoranze cristiane provenienti dallo Sri Lanka, e minoranze sciite provenienti dall’India.

L’agricoltura è poco sviluppata data la naturale conformazione degli atolli. L’acqua potabile è scarsa, solo in pochi isolotti è possibile scavare dei pozzi per ricavarne poca quantità. Frequente è l’utilizzo di cisterne poste sopra in tetti delle abitazioni che accumulano acqua piovana e che si utilizzano solitamente per fare la doccia ed irrigare gli orti. Solo in alcune isole si coltivano ortaggi, verdure e frutta. Si stanno sperimentando colture idroponiche. La principale coltivazione è garantita dalla palma da cocco, dalla papaia e alberi del pane. Dal cocco si ricava la copra, lavorandone le fibre. Ogni isola ha un capo villaggio, essi sono gli amministratori e stabiliscono l’ordine ed il controllo del territorio. Le isole turistiche sono date in concessione dal governo locale, per un certo periodo di tempo, dopo di ché le stesse vengono rinnovate o date ad altre società di gestione, e comunque la proprietà è esclusiva del governo maldiviano.

Foto aerea

Negli atolli le correnti marine sono molto intense, e occorre fare attenzione. Trasportano lontano ogni cosa e diventa quasi impossibile riuscire a nuotarvi contro per tornare al punto di partenza. In questi casi si consiglia di non spendere energie per nuotare controcorrente, ma di tagliarle di 90 °, in modo tale da uscire dal suo raggio di azione e poi tornare indietro. Il consiglio vale soprattutto per chi fa snorkelin, per i sub è consigliabile attrezzarsi con delle boe per segnalare la posizione. La posizione geografica degli atolli, fa si che le Maldive siano uno dei siti più belli al mondo per immergerrsi. La fauna marina è particolarmente ricca e colorata. Sono diversi i siti frequentati tutto l’anno, a secondo della stagione e dei venti, alcune società effettuano crociere nautiche, con immersioni stupende, vivendo le Maldive con un'altra dimensione, senza mai scendere a terra. E' frequente un pò ovunque il prelievo di materiale corallino da parte dei residenti, questi sono utilizzati per le costruzioni, e spesso si tratta di formazioni madreporiche rinvenute morte. Bimba

L'atollo di Senu

L'atollo di Senu si trova nella parte più a sud delle Maldive. E' difficile da raggiungere, ma è l'unico atollo dove, come Malé, è possibile trovare automobili, motorini e semafori. Tipica del posto è una piccola comunità anglosassone che si è costituita dopo che l'atollo fu base della RAF nella seconda guerra mondiale. L'atollo è collegato con dei voli a Malè. Rimane fuori dall'ordinario flusso turistico e resta una vera testimonianza della vita maldiviana. E' collegato agli isolotti adiacenti tramite dei ponti ed è interamente percorribile in bicicletta.

IMMERGERSI ALLE MALDIVE (con FotoGallery di Alberto d'Este)

Sono diverse le immersioni da fare in questo arcipelago, con difficoltà differenti da scegliere sulla base delle proprie capacità. Le immersioni alle Maldive, come accennato, sono sempre accompagnate da correnti che in molti casi sono particolarmente forti. Si possono incontrare correnti sia di tipo oceanico che quelle dovute alle escursioni delle maree. Naturalmente le correnti oceaniche sono quelle di maggiore intensità e possono superare i 4 nodi. Vengono influenzate dagli alisei che spirano dai tropici verso l’equatore, mentre le correnti causate delle maree, sono di minore intensità. consigliamo sempre di immergersi con sub esperti. Chi effettua snorkeling, specialmente in laguna o dentro i limiti interni del reef, dove questa pratica è indicata a tutti, le correnti sono del tutto assenti.

Per praticità abbiamo diviso i siti di immersione fra Malè nord e Malè sud, come segue:

A nord della capitale gli atolli di:

A sud della capitale gli atolli di:

Nell’atollo di Lavihiyani ci sono tre splendide località dove poter eseguire immersioni stupende. A Felivaru, si visita il cimitero delle navi, con una profondità media di 30 m in corrente leggera.
A Fushifaru Kandu, si visita una zona marina protetta, ricca di vita, con una profondità media di 30 m in una corrente medio - forte.
A Kureddu Express, si visita in una zona di pass, dove è possibile incontrare i pesci Napoleone e le aquile di mare, ad una profondità di 35 m in corrente forte. Questa è una delle immersioni più note dell’atollo, dove si possono osservare lungo la parete, alcionari dai mille colori, squali grigi, e fitti rami di corallo nero. Solitamente l’immersione termina all’interno del canale risalendo lungo la parete che consente di effettuare una sosta di sicurezza riparata.Immersione
Nell’atollo di Baa segnaliamo Giravaru Corner, dove è possibile fare tantissime fotografie, profondità di 30 m in corrente leggera.
Dhonfan Thila, luogo poco frequentato, relativamente integro e ricco di vita marina, profondità di 40 m in corrente debole o assente. Maadoo Giri, ricca formazione corallina dove è possibile incontrare delfini, profondità 25 m in corrente molto forte o forte, quindi trattasi di immersioni impegnative. Il luogo è ricco di fauna, ed è possibile osservare azzannatori striati e rossi dalla gobba, oltre a fitte colonie di corallo e gorgonie a nodi.
A Goidhoo Outside, immersione in corrente adatta ai più esperti. Si può ammirare lungo la parete il famoso corallo rosso maldiviano, profondità 35 m in corrente medio forte. Si incontrano fitti banchi di barracuda che nuotano di fronte al reef, e si può raggiungere una profondità di 50 m, dove infilarsi in un ampia grotta.
A Male N., si effettuano numerose immersioni fra i diversi atolli. A Blue Canyon, discesa mozzafiato attraverso un canyon con grandi formazioni coralline, dove è possibile incontrare le tartarughe marine. Profondità 30 m in corrente forte.
A Vah Kandu, immersione sul versante oceanico del reef. E' possibile incontrare le tartarughe, profondità di 20 m, in corrente variabile, da assente a forte.
A Kagi Giri, rilassante discesa su un giri (secca) ricco di vita da barriera, particolarmente bello da effettuare in notturna. Profondità 30 m, in corrente generalmente assente.
A Helengeli Thila, si trova una secca vicino all’isola di Helengeli. In questa immersione bisogna lasciarsi calare in acqua dall’imbarcazione a monte, per via della forte corrente, e lasciarsi trasportare da essa, poi si scende ad una profondità di 40 m, dove osservare lungo la discesa diversi pesci pelagici, come squali di scogliera a punte bianche, barracuda e i Gymnosarda unicolor. Sul lato nord si trovano ricche formazioni di gorgonia a Nodi, e Subergorgia mollis; nei tratti sabbiosi si incontrano le razze maculate, che rimangono semisepolte sul fondale.Pontile
A Hembadhoo, si trova un relitto di una nave affondata nei primi anni ’90, profondità di 22 m, in corrente debole. Frequente l’incontro con le aquile di mare.
A HP Reef, presenza di grotte, formazioni madreporiche, pesci pelagici, immersione dunque da non perdere, profondità di 25 m in corrente da debole a forte.
A Massimo Thila – Paradise Rock, secca corallina con presenza di varie specie di pesci, ottimo punto per la fotografia sub, profondità 25 m in corrente forte.
A Banana Reef, uno dei primi punti di immersione scoperti alle Maldive, si incontrano folti banchi di pesci bandiera, profondità di 30 m in corrente forte o molto forte.
A Maldive Victory, si trova il famoso relitto Maldive Victory, nei pressi dell’aeroporto di Malè, profondità 35 m, in corrente forte.

Per la zona sud, vediamo i seguenti punti con i relativi atolli:

A Rasdhoo, vediamo i seguenti siti:

Madivaru Kandu, una pass famosa per l’acqua cristallina e l’incontro con pesci pelagici, profondità 30 m in corrente forte.
A Ukulhas Thila si scende in un famoso pianoro sabbioso chiamato Manta Point, bisogna prestare attenzione alla corrente e al moto ondoso a volte molto forte. Profondità 30 m, in corrente media.
A Fesdhoo, immersione su un vecchio peschereccio affondato appositamente, molti gronghi di sabbia sul fondale circostante, profondità 28 m, in corrente leggera.

Nell’atollo di Ari a Maaya Thila, immersione in un area marina protetta, incontro con squali di scogliera e barracuda. Grande ricchezza di vita, profondità 30 m, in corrente assente o forte.
A Halaveli, relitto di un piroscafo affondato appositamente per creare un punto di immersione, densamente popolato da razze maculate, profondità 28 m, in corrente assente o debole.
A Fish Head – Shark Thila, immersione impegnativa ma fra le più suggestive della zona, probabile l'incontro con gli squali grigi. Profondità 30 m., in corrente forte. Pass
Thundufushi Thila è una secca posta all'interno dell' atollo di Ari, situata in una pass. La secca sale da un fondale sabbioso di 35 m, dove la corrente è particolarmente forte, sino ad arrivare a 12 m dalla superficie. A poca distanza in direzione ovest, si erge una torre madreporica, che parte dallo stesso fondale della secca principale sino ad arrivare a 18 m. Il luogo, causa la forte corrente, è ricco di squali grigi, squali nutrice, ricche formazioni di corallo nero, alcionari e gorgonie.

Nella zona di Malè sud, troviamo Embudhu Kandu, famosa pass (foto a lato) dell’atollo di Malè per la ricchissima fauna. E' anche un’area marina protetta. Profondità 30 m, in corrente media – forte.
A Kuda Giri, si trova un relitto di nave affondato intenzionalmente per creare un punto di immersione, interessante la secca attorno al relitto. Profondità di 30 m, in corrente debole.
A Guraidhoo Kandu, immersione fra le più belle e affascinanti dell’atollo, profondità di 30 m, in corrente molto forte, particolarmente adatta a sub esperti. Una delle prime mete sub scoperte alle Maldive. Il canale presenta una forte corrente, dove si incontrano nella prima parte dell’immersione squali coda nera, aquile di mare, pesci Napoleone, scendendo a maggiore profondità, squali martello festonati, e con molta fortuna squali balena, oltre alla varietà di pesci di barriera, formazioni di gorgonie, coralli a frusta e corallo nero. Il consiglio, in presenza di correnti forti, è quello di mantenersi il più possibile vicino alla parete, e non scendere oltre i 30 m di profondità.
Nella zona di Felidhu, segnaliamo Kudi Boli, spettacolare discesa su una parete ricca di alcionari, adatta ai foto sub, profondità di 26 m, in corrente forte.
A Miyaru Kandu, pass ricca di coralli duri e molli. Squali grigi e martello possono essere avvistati con facilità. Profondità di 35 m, in corrente da forte a molto forte.
A Fotteya, si trovano anfratti naturali e grotte, con la presenza di alcionari multicolori. Profondità di 35 m, in corrente forte. Imbarcazione
A Cippo Thila, si possono effettuare immersioni adatte a tutti, anche in notturna, si tratta di una secca che posta in una delle tante pass interrompono la conta corallina dell’atollo stesso. Questa secca sale da una profondità di 25 m, fin quasi a raggiungere la superficie, e si erge in posizione riparata. Un luogo dove incontrare pesci pagliaccio, con grossi anemoni, pesci scatola, pesci pappagallo e altri colorati animali, tipici della barriera.

Le Maldive sotto l'acqua ma non solo, ci sono anche bellissimi territori emersi, dove si respira il fascino unico che la natura ha riservato a questo paradiso. Rimane uno dei luoghi in assoluto più belli del pianeta, ricchi di vegetazione e di mangrovie. Queste ultime contribuiscono a mantenere integre le coste sabbiose e i litorali.
L’airone è l’animale più rappresentativo delle Maldive, è chiamato localmente maakana, e trascorre il suo tempo sulla riva a riposare, ma sempre pronto a tuffarsi sui banchi di pesce all'orizzonte.

 

Box - L'erosione delle coste alle Maldive

 
 

La vegetazione delle Maldive comprende poche specie a diffusione pantropicale, e in alcune isole raggiungeva un tempo densità anche elevate. Le isole più piccole, con suoli sabbiosi salini, sono colonizzate da specie pioniere alofite, mentre le isole maggiori, con suoli maturi, erano occupate da foreste autoctone. Queste attualmente ricoprono meno del 3% della loro estensione originaria. Le specie endemiche sono comunque poco numerose. Purtroppo le aree realmente tutelate sono poche, soprattutto per difficoltà logistiche, legate al monitoraggio e ai controlli. Molte isole non abitate, sono state letteralmente spianate per far posto a dei piccoli terreni ad uso agricolo. Lo tsunami del 2005 distrusse molte di queste aree coltivate e ora, dopo 5 anni, alcune piccole isole sono ritornate quasi allo stato originario. Non è raro osservare dei buldozer al lavoro, che distruggono la vegetazione autoctona costiera, sottoponendo le risicate coste ad un processo erosivo rilevantissimo. Alcune di queste isole, dopo l’operazione di “ripulitura” da parte dei Budozer sono state distrutte dallo Tsunami di 5 anni fa.

Le specie native come il magoo (Scaevola sericea, Vahl sinonimo Scaevola frutescens, Krause, oppure S. taccada Gaertn) e il kuredhi (Pemphis acidula, J R Forst & G Forst) offrivano un’efficace protezione e preservavano le coste dall’’erosione e dalla forza degli tsunami. La loro distruzione per far posto alle palme favorì i processi erosivi tuttora in atto. Un esempio ben noto è quello dell’isola Kolhufushi, ricoperta dai maestosi Kimbi (Barringtonia asiatica), piantumati in monocoltura vicino ad una moschea. Ebbene questi furono piantumati dalla costa sino a 200 metri nell’entroterra, provocando si da subito problemi di erosione, e per questo lo tsunami del 2005 tagliò l’isola in due parti.

Kolhufushi
Kolhufushi tagliata in due dopo lo Tsunami del 2005. Senza la protezione delle mangrovie, le isole sono sottopostea processi erosivi rilevanti. Fonte Maldives Post-Tsunami Environmental Assessment. Unep 2005

I mangrovieti maldiviani sono tra i meno studiati e conosciuti. Uno studio del 1991 (Untawale & JagTap) riporta la presenza di 13 specie di mangrovie, 6 di piante e 37 di funghi marini associati alle stesse mangrovie. Ricordiamo che le Maldive fanno parte dell'ICMZ (Integrated Coastal Management Zone), secondo il Piano di Azione dell’Agenda 21, così come stabilito dalla Conferenza delle Nazioni Unite del 1992.

I resort turistici sono occupati dalle onnipresenti palme da cocco (Cocos nucifera), che creano un falso contesto da cartolina, e la cui coltivazione è ampliamente diffusa. La presenza delle palme crea notevoli problemi legati alla stabilità dei suoli, favorendo i processi erosivi di cui sopra, e si mostrano poco resistenti persino alle forti piogge legate ai monsoni. Chiunque sia stato alle Maldive, potrà testimoniare che un solo scroscio di pioggia provoca una parziale defogliazione delle palme stesse, per cui sono inadatte sotto molti aspetti.

 
     

Di seguito mostriamo alcune immagini subacquee scattate da Alberto d’Este, come uno dei nostri ambasciatori e assiduo frequentatore di queste latitudini.

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BIBLIOGRAFIA