BiologiaMarina.eu

 

 

Cod Art 0083 | Rev 00 | Data 06 Nov 2008 | Autore: Castronuovo M. Nicola

 

   

TRADIZIONI ANTICHE DEI POPOLI DEL PACIFICO: I GUERRIERI HAWAIANI

MevinaLe Isole Hawaii, il più remoto arcipelago al mondo, distano più di 3.300 km dal continente Americano e sono in continua formazione ed evoluzione, per via dei vulcani (anche sottomarini). Un paradiso terrestre dove diversi ecosistemi vivono in contrasto e armonia.
In una zona della stessa isola è possibile incontrare un clima secco e soleggiato ed uno con zone pluviali ricco di vegetazione. Il mare è il protagonista principale di queste Isole. Proprio dal mare infatti, arrivarono i primi abitanti, provenienti dalle isole Polinesiane. Gli indigeni Kanaka Maoli di ceppo Polinesiano originari delle isole Marchesi, dalle quali migrarono via mare intorno al 100 a.C. si stabilirono con successo, arrivando a popolare in gran numero l’arcipelago.
Nana Ula è il nome dell’esploratore navigatore che condusse il suo popolo da Kahiki (Thaiti) alle Hawaii più di mille anni fa. Durante questo lungo e avventuroso viaggio (più di 4000 km), il poeta e astronomo Kama Ula Lele, recitò e cantò le gesta degli antichi antenati; era anche una sorta di sciamano e una volta arrivati alle Hawaii, Nana Ula fu acclamato come primo Re dell’arcipelago. Da qui discesero i futuri Re delle Hawaii.
L’equilibrio dell’arcipelago, a distanza di secoli, si ruppe e sorse il primo problema per la popolazione indigena. Il capitano James Cook per quello che si conosce, è stato il primo europeo a raggiungere le isole, con conseguenze devastanti per gli indigeni. Fu minata la salute e la cultura dei locali. Le malattie infettive, come il colera, la lebbra, il vaiolo, la sifilide e la tubercolosi, si svilupparono velocemente arrivando a ridurre gli indigeni nel giro di un secolo, da 1.000.000 a 40.000 abitanti, come nel 1.700.
Per fortuna le tradizioni continuarono nel tempo e come allora anche oggi il simbolo del guerriero è presente nella vita degli isolani dove molto si identifica nel tatuaggio e il linguaggio del volto con “smorfie“ “boccacce”, accompagnate da grida e filastrocche, s’incarnano perfettamente ai guerrieri immortali. Isole

MEVINA

 

 

TartarugaLe tante divinità adorate, come il mare e la terra, dove gli squali ricoprivano un ruolo fondamentale e da dove il re e i guerrieri traevano la forza ogni qualvolta, si dovevano confrontare con le forze della natura, vedevano gli invasori indigeni provenienti dalle altre isole scontrarsi con i locali in primo luogo con gesta e smorfie, un rituale antico che poteva durare ore e ore. Si fronteggiavano sulla spiaggia e, prima di scontrarsi fisicamente, mettevano in atto una danza tribale, se nessun popolo riusciva a prevalere sull’altro, si istituiva una sorta di gemellaggio e gli invasori abbandonavano l’isola non prima di aver consumato un sontuoso banchetto, a volte allargando la popolazione delle isole perché gli invasori erano accolti e rimanevano, integrandosi con gli altri guerrieri. Nel folklore l’utilizzo di armi e utensili prodotti e ricavati dal legno di Koa è fortemente presente. L’albero di Koa oggi è protetto (si può utilizzare il legno solo da alberi morti), ed era fondamentale per la costruzione di diversi oggetti, dal Lei-o- Mano (pala) alle tavole da surf che gli antichi pescatori usavano per raggiungere più velocemente la riva dopo le battute di pesca, questa pratica risale a più di 3000 anni fa, alle lance e coltelli. La cosa stupefacente e che questi attrezzi erano ricavati senza l’ausilio della tecnologia, soltanto un adze (ascia) di pietra era impiegata per scheggiare e sagomare il legno, e per forare nessun trapano elettrico, solo un wili, una versione antica del trapano, ma che impiegava minuti od ore a seconda se si doveva forare il legno o la pietra. Si inserivano poi, nel caso degli utensili o delle armi i denti di squalo, legati da corde ricavate dalle fibre delle foglie di banano o di palma. La pietra ruvida ohai, serviva per levigare o piallare la superficie del legno, anche pezzi di corallo morto erano impiegati per levigare il legno, si finiva poi il tutto con olio e cenere per rendere resistenti ed impermeabili gli utensili. L’olio si utilizzava facendo macerare i germogli di banano in un succo ricavato da una pianta grassa. Uno strato d’olio estratto dalle noci di Kukui dava, infine, una perfetta impermeabilità al legno. Il dente di squalo era utilizzato per la costruzione di un’arma o di un talismano.
Solitamente si utilizzava il dente dello squalo tigre femmina, perché cavo al suo interno; in questa cavità era posto del cianuro utile ad uccidere velocemente la preda o l’avversario, tramite la ferita prodotta dal dente in fase offensiva.
Lo squalo si pescava solo per il sostentamento. Alcuni artigiani usano denti diversi da quelli dello squalo tigre e impiegano denti di specie a minor rischio di estinzione. Falegname

ALCUNI UTENSILI /ARMI DEI GUERRIERI HAWAIIANI

Il ritmo lento delle Isole dove tutto è in armonia con il corpo e con la mente, la ciclicità delle cose segue l’armonioso movimento delle onde dell’Oceano con la danza Hula, accompagnata dalle musiche tradizionali, alle gesta delle arti marziali locali Lua, all’antica arte del massaggio Lomi Lomidove i maestri Kahuna, esperti di questa tecnica, tramandano di generazione in generazione, la forza dello spirito tradotto nella gestualità del massaggio. Questo ci fa capire che queste popolazioni non sono in conflitto spirituale e che tutto è legato alla natura e in funzione del rispetto per la madre Terra, il padre Oceano ed il prossimo.

 

Foto1

 

 

 

 

FALEGNAME UMI KAI CON ALCUNI MANUFATTI

ALCUNE STORIE DELLA MITOLOGIA HAWAIANA / POLINESIANA

Foto2Ngaru, fu un grande eroe della mitologia Polinesiana, rischiò di essere catturato da Tumuitearetoka, il Re degli Squali, ma si salvò grazie alla sua invenzione, la tavola da surf. Come abbiamo visto la “tavola” ricopre un ruolo fondamentale nella vita degli Hawaiani. Ora si utilizza principalmente per uso sportivo per “cavalcare” le onde dell’Oceano.

Tangaroa, è il Dio del mare che separò il cielo dalla terra, uno dei figli della dea terra. Papa che avendo un giorno, il ventre gonfio d’acqua, scoppiò facendo fuoriuscire gli oceani. E’ rappresentato come un enorme pesce generatore di tutte le creature marine, incluse le mitiche sirene ed i tritoni, si racconta che generò anche l’uomo, che all’inizio viveva in acqua e questo si poteva dedurre dalla scarsità di peli e capelli rispetto ad altri animali terrestri.  Si trasforma ciclicamente in una lucertola verde, portando la bella stagione, un solo respiro al giorno,causano l’alternarsi delle maree. Tangaroa, fratello di Rongo è considerato come anche Maui, il pescatore d’isole e l’inventore delle barche a vela, è conosciuto con il nome di Tanaoa a Tatuata (isole Marchesi)  a Tonga come Tangaloa, alle Samoa come Tagaloa. Alcuni marinai delle isole Polinesiane e della Micronesia usano portare come amuleto un pezzo di corallo a forma di cervello sotto il sedile della loro barca, invocando protezione al Dio e buona pesca.

Papa, nella mitologia Maori rappresenta la dea che incarna la terra, è la personificazione del paradiso insieme con il suo amante, il Dio Rangi ed esiste fin dagli albori dell’universo quando tutto era privo di luce, insieme ebbero molti figli. Il loro rapporto generò molte piante e alberi.

Haole, oggi è una parola usata per indicare le persone che hanno la pelle chiara. Tutti quelli che avevano la pelle chiara erano chiamati così, perché non erano Kanaka maoli ( indigeni ). Un tempo non esisteva la scrittura e tutto si tramandava con simboli e parole. Il significato di Haole era anche collegato all’occultismo e alla magia. Lo “spettro bianco”. Il Capitano Cook quando arrivò sull’isola fu visto insieme ai suoi marinai come uno spettro, anche le vele della nave “ bianche “ erano considerate spettri che volavano al vento, Haole, ciò che non respira.

Forse anche noi dovremmo imparare a riflettere sulle meraviglie della natura, un modo per amare e proteggere ciò che ci circonda, un senso di “Longo” Dio della pace,  dovrebbe radicarsi anche nella nostra cultura.

GLI INVASORI MODERNI

Foto4Ora altri invasori si sono stabiliti nelle isole, prosperano specie animali e vegetali non originarie dell’arcipelago e che in alcuni casi soffocano la naturale vegetazione, o decimano gli insetti, come nel caso di alcune specie di rane introdotte accidentalmente e che si nutrono degli insetti utili al trofismo degli uccelli del luogo, che trovano difficoltà a reperire il loro alimento naturale. Di serpenti (in origine era presente solo una specie), se ne contano oggi 10 specie, e predano nidiacei e nidi degli uccelli locali. Altri animali introdotti dall’uomo come i cani e i maiali in alcuni casi portano dei problemi. Squadre speciali di uomini controllano il territorio cercando di contenere lo sviluppo delle specie aliene. Occorre tenere presente che l’arcipelago proprio per la sua distanza dalla terraferma, riceve in natura una specie nuova (che sia animale o vegetale), ogni 30 anni, trasportata magari dalle correnti marine o dal vento, questo processo si è accelerato ai danni della flora e della fauna del posto, a causa proprio dei gesti sconsiderati dell’uomo. Negli aeroporti e nei porti si valutano con attenzione le valigie e le merci e ciò che s’introduce nelle isole. Lo sviluppo turistico non ha portato solo il benessere ma anche lo sconvolgimento dell’equilibrio naturale delle Hawaii, un ecosistema molto fragile come lo sono del resto tutte le isole (Galapagos, Marchesi ecc..), che necessitano di tutela e garanzie affinchè possano continuare a sopravvivere.

FOTOGALLERY

Lei o Mano (Pala), Denti di squalo pinna bianca oc.

Foto10 Foto11 Foto12 Foto13 Foto14

VIDEO

 

SITOGRAFIA