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Cod Art 0266 | Rev 00 | Data 22 Mar 2010 | Autore Pierfederici Giovanni

 

Il rapporto tra l’uomo e l’acqua è assai strano
Anonimo

LA GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA

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In data odierna si celebra in tutto il mondo la Giornata Mondiale dell’Acqua, ricorrenza prevista all'interno delle direttive dell'agenda 21, come da accordi della conferenza di Rio. Noi di BiologiaMarina.eu proponiamo questo breve articolo, dedicato alla risorsa blu, che da sempre sostiene la vita sul nostro pianeta.

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L’acqua è la sostanza essenziale per la vita di tutti gli esseri viventi e ricopre ben il 75% della superficie del pianeta. Un serbatoio enorme in cui la vita è nata e si è sviluppata. Per sostenersi, una persona necessita di circa 2 litri di acqua al giorno, tuttavia la quantità di consumo procapite in Italia ammonta a ben 68,4 metri cubi (dati riferiti all’anno 2009), il valore più alto d’Europa, mentre negli Stati Uniti, il maggior consumatore al mondo, si superano gli 80 metri cubi procapite all’anno. Questi valori sono ottenuti dividendo la quantità d’acqua utilizzata solo per uso domestico per il numero di abitanti. Significa che in Italia mediamente ogni persona consuma ogni giorno 187 litri. Il comune più parsimonioso risulta Agrigento, con 35,6 metri cubi all’anno secondo i dati dell’Istat del 2009, il che significa 97 litri procapite al giorno, mentre il consumo più alto si registra a Massa, con ben 91 metri cubi all’anno, ovvero 249 litri per abitante al giorno. Ma se consideriamo oltre all’uso domestico tutti gli altri settori (industria, agricoltura ecc..) allora in consumo procapite in Italia sale a 2.000 litri al giorno per persona, contro la media europea di 1.677 litri procapite.

L’ACQUA E LA GESTIONE DISSENNATA

Cina e India da tempo meditano su progetti imponenti e in parte in fase di realizzazione, che riguardano i grandi corsi d’acqua. La Cina vorrebbe dirottare i grandi fiumi che scorrono a sud del paese, in favore del nord perennemente assetato. L’India vorrebbe collegare tra loro un numero ancora imprecisato di bacini fluviali. Si tratta di progetti poco meditati, poiché le conseguenze ambientali rischiano di essere ancora più disastrose dei problemi che andranno a colmare. In Italia la situazione non è migliore. Accanto a progetti poco oculati il maggior problema riguarda gli sprechi e le culture ad alta richiesta idrica, favorita dai costi per metro cubo tra i più bassi d’Europa, il che favorisce gli sprechi.

Il 2010 in Italia non sarà un anno senz’acqua, la maggior parte dei bacini sono pieni e le abbondanti precipitazioni nevose, ancora presenti su Alpi e Appennini, andranno a colmare i restanti serbatoi naturali ancora disponibili. Purtroppo il nostro paese adotta da anni dei comportamenti poco virtuosi. L’80% dell’acqua potabile è prelevata dalle faglie, mentre gli altri settori ne utilizzano un 50%. Nel complesso per tutti gli usi l’acqua di falda copre il 23% dell’intero fabbisogno. Tale valore è decisamente alto, perchè i tempi di ripristino dell’acqua di falda è molto alto e si ripercuote a livello ambientale. I bacini artificiali invece hanno tempi di riempimento molto minori (tempi di residenza pari a 4-6 anni), ma sono decisamente poco sfruttati. Altro tallone di Achille è la perdita di acqua nella rete di distribuzione, molto alta al sud (50-60%), media al centro (40-50%) e bassa al nord (25-30%). Si tratta, nell’ultimo caso, di un valore relativamente basso, in realtà è ben più alto della media di altri paesi europei. In Italia la media delle perdite lungo la rete di distribuzione è del 40%, in Francia del 20%, del 15% in Inghilterra e Germania.

L'acqua come risorsa rinnovabile?

Produrre qualsiasi cosa richiede quantità enormi di acqua. L’agricoltura negli Stati Uniti utilizza da sola il 43% delle risorse idriche, segue l’industria con il 38% e l’uso domestico con un 15% circa. Il peggior rendimento si ottiene per l’allevamento degli animali. Si ritiene che il 70% del consumo di acqua nel mondo sia dovuto alla zootecnia, che assorbe nei soli Stati Uniti pure 2/3 della produzione cerealicola.

TABELLA COMPARATIVA

Per ottenere

1 Kg di manzo sono necessari: 15.900 litri di acqua;
1 Kg pollo 3900 litri;
1 Kg carne suina 4900 litri;
1 Kg di pomodori 130 litri;
1 Kg mais 900 litri;
1 Kg riso 3000 litri.

Siamo abituati a pensare all’acqua come un bene che naturalmente si rinnova. Quasi tutta l’acqua dolce consumata dall’uomo infatti rientra nel ciclo idrogeologico, ma spesso rientra in un serbatoio non più utilizzabile e spesso la sua qualità risulta notevolmente peggiorata.

Un esempio famoso riguarda l’acquifero di acqua fossile di Ogallala, sul quale poggia gran parte del territorio del sud-ovest degli Stati Uniti. Su questa porzione del territorio che oggi fornisce il 15% della produzione di cotone, mais, sorgo e frumento (sono coltivati circa 11 milioni di ettari), dalla seconda metà del ‘900 ad oggi la popolazione è passata da pochi migliaia di individui a oltre un milione di oggi. Esistono 170.000 pozzi che permettono di acquisire oltre 6 miliardi di metri cubi di acqua all’anno. Ebbene dopo anni e anni di prelievo massiccio oggi la pressione dell’enorme acquifero è scesa a livelli minimi e la superficie freatica si è abbassata di oltre 30 metri.
Si è calcolato che se oggi si smettesse di prelevare acqua, l’intero acquifero tornerebbe come era in origine dopo migliaia di anni. Secondo i dati dell’ US Geological Survey l'acquifero sarà sfruttabile ancora per tre o quattro decadi, poi oltre 11 milioni di ettari di terreni torneranno ad essere aridi. Molti altri grandi acquiferi degli Stati Uniti sono in condizioni analoghe, come quello dell’alta California, dell’Arizona e degli Altopiani.

Le falde acquifere di Ogallala insieme a quelle del Deserto Libico sono le più grandi riserve di acqua fossile al mondo. In Libia negli anni '80 è stato concepito un progetto denominato Great Man made River o Grande Fiume Atificiale il cui scopo è quello di convogliare acque fossili e renderle disponibili all'utilizzo umano, sfruttando un bacino sotterraneo di 35 mila km3 situato sotto il deserto del Sahara. Il Bacino delle acque fossili del Sahara si trova tra i 600 e i 2.000 metri di profondità e nel solo settore Libico, ovvero nel bacino di Kufra, la sua capacità è stimata in oltre 20.000 km3 (a 2.000 metri). Il bacino di Murzuk a sud di Jabal Fezzan si estende per oltre 450.000 km2 e la sua capacità ammonterebbe ad oltre 4.800 km3.

Prelevare acqua fossile significa attingere ad una risorsa comunque non rinnovabile. Quella sfruttata oggi in Libia è acqua che si è accumulata nel corso di centinaia di migliaia di anni, in una zona ora arida ma che un tempo era molto più simile ad una savana e comunque bagnata da piogge relativamente frequenti. Sulla natura lussureggiante del Sahara si discute ancora molto e, in realtà, non si hanno dati definitivi sulla natura del paleoclima del luogo, in ogni caso la risorsa acqua in un serbatoio del genere non si rinnoverà se non in tempi geologici. E sorgeranno altri problemi. Lungo le città della costa a causa dell’abbassamento delle falde, il cuneo salino progredirà e inevitabilmente, come accaduto gia in altre parti del globo, ne risentirà prima di ogni altra cosa l’agricoltura.

FIUMI ASCIUTTI

Il fiume Colorado è forse uno dei fiumi più famosi al mondo, ma non tutti sanno che la sua foce non esiste. Il suo corso si estende per oltre 2.300 Km e un tempo sfociava nel Golfo di California. Il basso corso del fiume, che segna il confine tra la Bassa California e Sonora si perde in una miriade di piccoli canali e poi diviene un letto secco a causa dell’ utilizzo delle sue acque per l’irrigazione della Imperial Valley. Prima della metà del 20esimo secolo il Colorado River Delta creava un ricco estuario paludoso che si è ora prosciugato. Quello del fiume Colorado non è l’unico esempio. Altro famoso e drammatico caso è quello del Fiume Giallo, pesantemente sifonato tanto da non raggiungere il Mar Cinese Orientale. Nel 1997 il Fiume Giallo rimase asciutto per ben 226 giorni consecutivi e per ben 700 Km del suo corso. E poi non dimentichiamo il fiume Po, il grande malato, ampliamente ipersfruttato, canalizzato, deturpato e inquinato. Le sue acque sono convogliate ovunque e si perdono in una miriade di canalicoli e canali della Pianura Padana. Quando d'estate si discute del suo livello, sempre o quasi al di sotto del livello di soglia, si dimentica che nella maggior parte dei casi è l'agricoltura che attinge dal suo bacino, anche a causa dell'amplia diffusione di colture ad alto regime idrico, come quella del Kiwi, i cui costi di produzione in termioni ambientali sono molto alti.

Concludiamo questa parte dedicata all'acqua con la promessa di tornare quanto prima sull'argomento, esaminando, come spesso richiesto dai navigatori, alcuni aspetti poco dibattuti, come l'ecologia dei sistemi fluviali e più in generale degli ecositemi acquatici.