DIDATTICA PER LE SCUOLE
IL COCCODRILLO MARINO
Ragazzi ma esiste davvero il coccodrillo di mare? Forse mi sto sbagliando, conosco coccodrilli che vivono in acqua dolce, nei fiumi, nei laghi, nei canali a ridosso del mare. Ma…forse… però…. Ho detto mare? Allora esiste davvero il coccodrillo di mare? Vediamo di cosa si tratta…
Partiamo da lontano per conoscere l’evoluzione di questi rettili in generale. Tanto tempo fa (nel tardo Ordoviciano) dei pesci, se li possiamo chiamare così, di un gruppo particolare, i Crossopterigi, possedevano pinne carnose e lobate, utili a spostarsi sui fondali fangosi. Erano pinne sorrette da un apparato osseo (un po’ come le falangi delle nostre dita) che erano utili a compiere degli spostamenti nel loro habitat primordiale. Adagiati sul fondale si nutrivano principalmente di resti organici. Muniti di una spessa corazza, possedevano dei polmoni che utilizzavano per respirare l’aria dell’atmosfera. Naturalmente non erano dei nuotatori eccellenti, ma proprio per le loro caratteristiche, tra cui quella di poter respirare l’aria atmosferica e quella di possedere delle pinne palmate per spostarsi, furono agevolati dal punto di vista evolutivo ad abbandonare l'ambiente acquatico e ad avventurarsi sulla terra ferma, divenendo i progenitori dei primi vertebrati: gli anfibi.
I loro polmoni divennero organi respiratori a tutti gli effetti e le pinne si trasformarono in arti. Naturalmente la vita sulla terra non era semplice per molteplici fattori, ma il problema principale era quello di mantenere l’esposizione del corpo all’aria, nei valori d’umidità corporea accettabili per far sì che non morissero, oltretutto dovettero risolvere il problema della gravità terrestre, poiuchè abituati a vivere principalmente immersi in un liquido. Passarono milioni di anni primi che gli anfibi si adattassero completamente fuori dell’acqua, trasformandosi come li conosciamo oggi. Pur mantenendo la necessità di entrare spesso in acqua, specialmente per idratare la pelle, per nutrirsi, fecondare e deporre le uova. Questi passi da gigante permisero ai loro discendenti, i rettili, di accorciare il cammino evolutivo, e così gli anfibi svilupparono l’arma segreta, l’uovo, in grado di essere deposto e svilupparsi autonomamente, sino al raggiungimento dello sviluppo completo del piccolo.
Il tutto fu affinato dai rettili che potevano deporre le uova all'asciutto controllare il nido senza la necessità di entrare in acqua per nutrirsi, rimanendo vicino alle riserve di cibo. Per 170 milioni d’anni si espansero su tutta la terra, dove gli anfibi opponevano scarsa resistenza; poi conquistarono l’aria, diventando gli antenati degli uccelli, e alcuni di loro tornarono nelle profondità marine, dove si confrontarono con i pesci, e divennero dei mostri marini. I più grandi fra gli antichi rettili oceanici furono gli ittiosauri e i plesiosauri, entrambi iniziarono la vita marina poco dopo la trasformazione degli anfibi in rettili.
Dopo una vita di dominio sulla terra, l’era dei rettili finì 65 milioni di anni fa, con un’estinzione di massa che ancora oggi non conosce risposte convincenti. I sopravvissuti di allora sono giunti sino ai tempi moderni, e sono dei veri fossili viventi. La maggior parte di loro vive in acque dolci, ma una sola specie vive alle foci dei fiumi, e compie delle vere e proprie traversate oceaniche, guadagnandosi la cattiva reputazione di mangiatore di uomini. Lungo fino a 7 metri, è un animale molto aggressivo che attacca senza preavviso. Si ciba principalmente di pesci, ma anche di uccelli e mammiferi che cattura con una velocità sorprendente. Vive lungo le coste dell’Australia fino all’India. Il suo nome? Coccodrillo poroso. Cacciato dall’uomo anche per la sua pelle, divenne il suo nemico naturale numero uno. Lungo molte spiagge dell’Australia sono stati posti dei cartelli che avvertono del possibile pericolo durante un immersione in acqua, ma non solo, occore stare attenti anche quando si cammina nelle zone dove questo bestione è solito riposare o depositare le uova. Molti uomini sono stati attaccati e divorati da questo coccodrillo, ma naturalmente tutti i coccodrilli sono potenzialmente pericolosi per l’uomo, quindi non bisogna mai avvicinarsi e fare il bagno ove questi vivono.
Nella foto in basso è possibile vedere la sede dove è collocato l’occhio, dietro a questa trova posto il cervello. La parte frontale del cranio è la sede delle narici, e porta i denti conici e aguzzi, che servono a trattenere le prede, che saranno ingoiate senza essere masticate. La caratteristica della “presa” con la bocca del coccodrillo, è quella di afferrare, trattenere, e con movimenti laterali della testa riuscire a tranciare parti di carne della preda, in modo che questa se abbastanza grande, possa essere spezzettata, per poi essere ingoiata. La forma della scatola cranica, non a caso è tale da permettere al coccodrillo di poter far emergere dal pelo dell'acqua solo gli occhi, per scrutare ciò che lo circonda, permettendo al resto del corpo di rimanere immerso nell’acqua e quindi nascosto e mimetizzato. Il coccodrillo marino, insieme alle altre specie, ai caimani e agli alligatori, rappresentano perfetti esempi di fossili viventi rimasti immutati per decine e decine di milioni di anni.
Il cranio del coccodrillo marino
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Prima Pubblicazione 31 Lug 2006 - Testi e immagini riproducibili secondo le specifiche Creative Commons. Le immagini dei Collaboratori detentori del Copyright © sono riproducibili solo dietro specifica autorizzazione.
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