LA CINA BANDISCE IL FINNING? PER ORA SOLO LA ZUPPA DI PINNE DI SQUALO
Tratto da: Il Fatto AlimentareL'establishment cinese non banchetterà più con zuppa di pinne di squalo, di nidi d'uccello e di altre stravaganze a base parti di animali rari, che per secoli hanno rappresentato il lusso nella tradizione del paese. Lo ha deciso il Partito Comunista, che ha annunciato un giro di vite motivato dalla necessità di contenere i costi enormi dell'apparato e la conseguente corruzione, e di dare un'immagine più pulita e responsabile di se stesso. Ai ristoranti, inoltre, non sarà più permesso, all'arrivo dei dirigenti del partito con cariche inferiori a quelle provinciali, offrire sigarette e alcolici né, tantomeno, regali in denaro o di altro tipo. E ai funzionari non sarà più concesso soggiornare in hotel di lusso, né volare in business class. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa ufficiale, la Xinhua, suscitando l’immediato plauso di tutte le associazioni ambientaliste del paese e del mondo. Secondo l’ultima rilevazione affidabile (fatta dalla Hong Kong Shark Foundation) , risalente ormai al 2006, ogni anno vengono massacrati in modo spesso cruento, oppure mutilati e ributtati in mare a morire per dissanguamento, ben 73 milioni di squali.
L'entusiasmo per la notizia va al di là della diminuzione associata alle cene ufficiali dei membri del partito, per quanto numerosi e capillarmente presenti. Il perché lo ha spiegato Alex Hofford, direttore esecutivo del gruppo ambientalista MyOcean, che ha sede a Hong Kong: "Questa decisione - ha dichiarato al South China Morning Post, quotidiano in lingua inglese - è destinata ad avere un enorme impatto sulla società cinese, abituata a imitare le azioni dei propri capi e, in particolar modo, a seguire gli orientamenti del partito. Inoltre, dal punto di vista culturale, essa rappresenta un cambiamento epocale, poiché significa che è passato il messaggio secondo il quale pratiche e tradizioni anche secolari possono essere superate dalla storia e da una maggiore consapevolezza, come già avvenuto per la fasciatura dei piedi e per la schiavitù. Non importa se questa decisione nasce da motivazioni economiche: è importantissima e avrà ricadute rilevanti su tutti i ristoranti del paese".
Dello stesso tenore il commento di Matthew Durnin, ex direttore di Nature Conservancy, che ha trascorso vent'anni in Cina, e che si è detto sicuro del fatto che le conseguenze di questo giro di vite saranno fondamentali per tutte le specie minacciate di estinzione. Secondo During la decisione è frutto di un cambiamento culturale in corso da alcuni anni, che sta spingendo uno dei paesi più grandi e più inquinanti del mondo a modificare il proprio atteggiamento e ad acquisire sempre maggiore coscienza delle proprie responsabilità nella salvaguardia del pianeta.
Che sia così lo testimonia una delle prime azioni a favore degli squali intrapresa da un personaggio pubblico cinese: il giocatore di basket dell’NBA Yao Ming. L’atleta nel 2011 una volta tornato in patria, ha annunciato, insieme al famoso imprenditore Zhang Yue, che non avrebbe mai più mangiato zuppa di squalo (fino a pochi anni fa considerata, tra le altre cose, pietanza ineludibile nei banchetti nuziali), e invitando tutti i cinesi a fare lo stesso.
Le prime conseguenze sono state la rinuncia a questo piatto da parte di compagnie aeree come Cathay Pacific e di alcune catene di alberghi di Hong Kong e cinesi; ora si vedrà se la svolta imposta dal partito ai suoi dipendenti sarà recepita anche dal resto della popolazione. Fonte: IlFattoAlimentare, a cura di Agnese Codignola.
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