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Cod Art 0258 | Rev 01 del 05 Apr 2013 | Data 28 Feb 2010 | Autore O. Luoni & P. Giovanni

 

   

 

LE ASCIDIE

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Nel 1874, Ernest Haeckel propose la costituzione del phylum Cordata, comprendente Urocordati, Cefalocordati e Vertebrati. I membri dei primi due subphyla sono noti come Protocordati, termine che non ha nessun valore tassonomico, ma in uso perchè raggruppa degli organismi che hanno degli antenati comuni con i vertebrati. Gli Urocordati, noti anche come Tunicati, comprendono tre classi, rispettivamente gli Ascidiacei, i Larvacei e i Taliacei.
Il termine Urocordati sta ad indicare che la notocorda è limitata alla regione della coda, mentre il termine Tunicati indica il rivestimento esterno del corpo contenente una sostanza simile alla cellulosa nota con il nome di tunicina. In questo articolo ci occuperemo solamente delle ascidie, che sono le uniche tra gli Urocordati a completare la metamorfosi, riassorbendo la coda e la notocorda. Le ascidie sono organismi marini bentonici, che popolano fondali sabbiosi e rocciosi, ma talora possono svilupparsi anche su altri substrati, quali ad esempio altri animali o persino scogli al limite fra l’alta e la bassa marea. Sono animali coloniali, la forma del loro corpo in genere rassomiglia ad un sacco globoso e gelatinoso, da qui l’origine etimologico del loro nome (dal greco Askos = sacco-otre). Come ho citato poco sopra questi organismi vivono in colonie, e se ne distinguono due forme: ascidie sociali, i cui singoli individui detti zooidi o zoidi sono uniti in "ciuffi" che condividono uno stolone basale unico; ascidie composte, in cui gli zooidi sono uniti fra di loro condividendo un sifone esalante comune, avvolti da un robusto tessuto connettore esterno, chiamato tunica.

Le larve delle ascidie, liberamente natanti, sono piccole, di norma le dimensioni sono comprese tra 0.5 – 11 mm e hanno un’esistenza breve, da qualche minuto a pochi giorni. Sopravvivono utilizzando il materiale di riserva e si muovono attivamente con la loro coda muscolosa. La larva in questa fase è dotata di una struttura rigida che le attraversa tutto il corpo dalla testa alla coda, chiamata notocorda. Nelle larve l’acqua entra attraverso la bocca giungendo sino al cestello branchiale (faringe), per poi essere espulsa attraverso l’atrioporo. Poi durante la metamorfosi, grazie alla presenza di tre papille adesive localizzate sulla testa, e che producono un secreto vischioso, si ancorano al substrato. Durante la metamorfosi la notocorda viene riassorbita, i visceri subiscono un riassestamento e il sistema nervoso cambia in struttura e localizzazione.

 

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Foto di Massimo Corradi

Gli organismi adulti sono sessili. Dopo la metamorfosi, la bocca si trasforma in un sifone inalante e l’atrioporo in un sifone esalante. L’acqua viene quindi inalata e filtrata attraverso le fessure faringee, grazie alla presenza di muco dell’endostilo, prodotto da cellule mucipare ciliate, che poi trasportano le particelle stesse verso un esofago molto breve e infine allo stomaco. L’acqua respiratoria se ne esce invece attraverso il sifone esalante o cloacale. Il cuore è particolare, effettua delle contrazioni per spingere il sangue in una direzione, segue una pausa e poi la spinta seguente avviene nella direzione opposta. Il sangue contiene elementi figurati detti vanadociti.

I discendenti più antichi delel ascidie sembrano essere imparentati con gli echinodermi, e nel crogiolo evolutivo i loro più vicini "cugini" divennero i progenitori dei primi vertebrati. Anche nel nostro mare Mediterraneo vi sono varie specie di questi organismi curiosi e interessanti dal punto di vista evolutivo.

LE ASCIDIE SORBERACEE

Un gruppo esotico di ascidie è quello delle Sorberacea, che comprende una ventina di specie carnivore, che non superano i 5 mm di lunghezza. La loro tunica si presenta sempre coperta da sedimenti e sono ancorate al substrato attraverso dei rizoidi. Il loro intestino è popolato da una miriade di organismi come nematodi, policheti, ofiuridi ecc..Sono state descritte per la prima volta da Monniot nel 1965 (vedere bibliografia).

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Hexacrobylus indicus, un ascidia Sorberacea (Fonte Monniot & Monniot, 1984)

LE ASCIDIE E L'IPOTESI DI GARSTANG (neotenia, pedomorfosi e progenesi)

Secondo l’ipotesi di Walter Garstang (1868-1849), i vertebrati deriverebbero da larve di tunicati che per qualche motivo non sono riuscite a metamorfosare, ma sarebbero egualmente riuscite a sviluppare gonadi funzionanti, riuscendo quindi a riprodursi. Garstang definì questo processo pedomorfosi (il raggiungimento della maturità sessuale di un animale rimasto allo stadio larvale). Il termine pedomorfosi è spesso confuso con altri termini quali pedogenesi, neotenia e progenesi.

La neotenia indica la conservazione di uno o più caratteristiche larvali o embrionali nell’individuo adulto. Tipico esempio di specie neoteniche sono gli squali, le razze e le chimere che hanno perso la corazza oossea ancestrale e hanno mantenuto lo scheletro cartilagineo embrionale. La progenesi si riferisce alla comparsa precoce delle gonadi in un organismo rimasto allo stadio larvale, e che mai subirà la metamorfosi. Quindi neotenia e progenesi sono processi opposti ma entrambi portano alla pedomorfosi, ossia alla presenza nell’adulto di caratteristiche giovanili, larvali o embroinali.(Fonte: Anatomia comparata dei vertebrati).

CURIOSITÀ

Alcune specie di ascidie come per esempio la Ciona intestinalis o la Ciona savignyi sono utilizzate come organismi modello per studiare il genoma, altre specie sono utilizzate come ingredienti della gastronomia in diversi piatti di paesi asiatici, per esempio in Giappone, Corea, Cile e Francia . Al gruppo delle ascidie appartengono anche le Salpe, che sono organismi che vivono nella colonna d’acqua, come colonie nastriformi. Quindi ancora una volta, esaminando uno dei più semplici e strani animali, ci rendiamo conto dell’enorme universo di biodiversità esistente sul nostro pianeta e nei nostri mari. Occorre un maggior impegno per la loro sopravvivenzai essendo i nostri più arcaici antenati, e non a caso il 2010 è l’anno per la protezione e la salvaguardia degli ecosistemi planetari.
Il metabolismo delle ascidie è ancora sconosciuto, negli anni passati sono comunque state estratte delle molecole appartenenti alla famiglia degli alcaloidi, per esempio dalle specie Didemnun conchyliatum, Ecteinascidia turbinata, Sigillina signifera, Trdidemnum solidum e Polyandrocarpa sp. Dalla specie Eudistoma olivaceum è stata estratta una sostanza che funziona molto bene come antifouling.

CARATTERISTICHE RIASSUNTIVE DELLE ASCIDIE

-adulti sessili, coloniali o solitari
-faringee perforata, con cellule ciliate, che si apre nella cavità atriale
-larve liberamente natanti, con coda mobile e notocorda
-adulti senza notocorda, corda nervosa e coda
-riproduzione asessuale
-quattro ordini con quasi 2000 specie: Aplousobranchiata, Aspiraculata, Phlebobranchiata e Stolidobranchiata.

In passato sudivise nell' ordine Enterogona:

e nell'oridne Pleurogona:

BIBLIOGRAFIA