ANTON DOHRN, UNA VITA PER IL MARE
Sopra, l'austero e giocoso gruppo di scienziati della stazione zoologica, a destra, ultimo, Anton Dohrn.
La Pomerania è una fredda regione prossima al confine tra Germania e Polonia. Qui nacque Heinrich il Vecchio, il primo capostipite della famiglia Dohrn. Suo figlio, Carl August, s'impegna su numerosi fronti: la musica, l'imprenditoria, le arti, la letteratura e la scienza. Da ragazzo, Carl stringe amicizia con il famoso esploratore Alexander von Humboldt; da adulto divenne il più autorevole studioso al mondo di insetti e divenne presidente dell'associazione degli entomologi e direttore di una rivista specializzata sugli insetti. Carl August trasmette il suo estro, le sue passioni e le sue stravaganze anche al suo quartogenito, Felix Anton Dohrn, nome di battesimo preso dal padrino, il musicista Mendelssohn.
Anton studia medicina e zoologia nelle università di Konigsberg, Bonn e Jena. Divenne allievo di Ernest Haeckel, il primo paladino della teoria di Darwin, e conobbe Thomas Henry Huxley, famoso zoologo britannico. Grazie a Haeckel, Anton Dohrn conobbe ed approfondì la teoria dell'evoluzione, dedicandosi "anche" allo studio di quelli che allora erano considerati animali inutili e privi di significato, come le cimici dei letti, attribuendo loro quell'importanza mai avuta prima.
Ma le ambizioni di Anton vanno oltre il darwinismo. Come rivelerà qualche anno dopo, sia nell'epistolario tenuto dal 1867 sino alla morte di Darwin, nel 1882, che sul manifesto programmatico Sullo stato attuale della zoologia e sulla fondazione di Stazioni Zoologiche (1872), Anton vuole cambiare la zoologia di allora, in quel contesto di ottimismo di fine '800, poiché trova tale scienza "avvilente e piena di insidie quotidiane".
Anton scrisse:
"la semplice zoologia sistematica sia cambiata in una scienza la quale, nell'esplorazione della natura, dell'origine e degli scopi finali della vita, si vede dinanzi problemi così grandiosi che, quanto più essa riuscirà ad indagarli e risolverli, tanto più le si concederà influenza maggiore sulla direzione del pensiero umano, accordandole una parte significante nell'approfondimento dello scibile in genere e nello sviluppo dell'umanità intiera che ne consegua......".
Ma la zoologia dell'epoca è lontana, troppo lontana da tale compito. Mancanza perenne di fondi per i viaggi, difficoltà nel reperire animali e campioni per lo studio, intralci per le ricerche, sia di tipo burocratico che logistico, sino ad arrivare alle proteste delle signorine inorridite alla vista di infernali creature nei secchi pieni d'acqua lasciati a riposo nei vari alberghi.
Come riorganizzare la zoologia? Anton non si perde d'animo e compie il primo passo. Nel 1868 si reca a Messina, molto frequentata dagli scienziati tedeschi; qui incontra uno scienziato ancor più eccentrico, Nicolai Miklucho Maclay (la Maclay Coast della Nuova Guinea è una sua scoperta). La particolarità di Anton venne subito notata, al suo seguito, infatti, spiccava una strana attrezzatura: un acquario portatile ideato da David Robertson, zoologo scozzese autodidatta conosciuto anni prima.
Fu proprio a Messina che Anton concepì l'idea della Stazione Zoologica. Dunque mollò il suo acquario portatile, che lasciò in eredità ai futuri studiosi del mare, e tornò dal padre, per chiedere un cospicuo prestito: ben 30.000 talleri come anticipo dell'eredità. Nulla di fatto, il padre gli negò la somma necessaria. Allora Anton si diresse prima a Jena e poi a Berlino, dove ebbe modo di visitare il nuovo acquario. Ecco che la sua mente partorì un'altra idea: realizzare una stazione zoologica con un acquario annesso, utile a ricavare introiti per mantenere un piccolo laboratorio. Ma dove? Portogallo? Irlanda? Messina? Meglio Napoli, poiché anche allora molto frequentata, ricca di visitatori e soprattutto perchè si affaccia sul Mediterraneo, il mare più ricco d'Europa.
Nel progetto coinvolge due fedelissimi, Ernst Abbe e Nikolaus Kleinenberg. Giunti a Napoli, Anton e la sua squadra incontrano subito le prime difficoltà. Le autorità cittadine sono diffidenti e la macchina burocratica è lenta. Ecco allora che interviene Paolo Panceri, docente di Anatomia Comparata a Napoli, il quale riesce ad ottenere gratuitamente il suolo di Villa Reale, all'epoca a pochi passi dal mare. Le fondamenta della futura stazione zoologica vengono poste nel marzo del 1872, su progetto di Oscarre Capocci.
Sopra, Hans von Marées: affresco nella sala della biblioteca della Stazione Zoologica Anton Dohrn, parete est. Vi si riconoscono, da sinistra verso destra: Anton Dohrn (seduto), Nikolaus Kleinenberg (in piedi), Charles Grant (seduto al centro), lo stesso artista Hans von Marées (nell'angolo), Adolf von Hildebrand (a destra, di profilo). Le donne sono un'ostessa ed una vecchia pescivendola. Fonte: Bernhard Degenhart, "Hans von Marées. Die Fresken in Neapel", München 1958.
Al fianco di Anton Dohrn, il gia citato
Kleinenberg, Hildebrand che rielabora la facciata della stazione, Hans von Marèes, autore dei celebri affreschi e infine Charles Grant, amico di vecchia data ai tempi dell'università, che rimarrà abbastanza a lungo da quelle parti tanto da scrivere Storia di Napoli e della Camorra, pubblicato postumo nel 1896. Nella squadra vi è anche Hugo Eisig, definito da Anton "noiso e così perbene", ma "prezioso" per le sue doti organizzative.
Napoli, per Anton e per Grant è anche il luogo del primo amore. Grant si innamorerà di Elena Baranowska, di famiglia russo-polacca in esilio, purtroppo destinata a morte precoce; Anton si innamorerà di Maria Baranowska, sorella di Elena, che sposerà nel 1874.
La stazione zoologica Anton Dohrn nel 1873. Sorgeva praticamente in riva al mare. Fonte: Karl Ernst von Baer.
Anton, a stazione conclusa, comincia a dar vita ai suoi progetti di studio e mette a disposizione di tutti i famosi "tavoli di studio", i laboratori, la biblioteca, i campioni di animali e l'esperienza della sua équipe.
Il primo gruppetto, si fa per dire, arriverà nell'ottobre del 1873: da Strasburgo giunge Wilhelm von Waldeyer-Hartz, famoso istologo, dalla Scozia Francis Maitland Balfour, da Oxford Edwin Ray Lankaster, che diverrà famoso per le sue ricerche sugli anellidi e sugli artropodi. Gli anni a seguire sono ugualmente destinati ad ospitare nomi illustri, i quali, impossibile da elencare tutti, andranno uno ad uno ad occupare i famosi "tavoli"; tra loro ben 19 premi Nobel. Moltissime anche le donne, soprattutto tra il 1897 e il 1933, periodo in cui uno dei tavoli fu riservato, ininterrottamente, ad un'Associazione americana per la promnozione della ricerca scientifica da parte delle donne.
Ma i tavoli rappresentano solo uno degli assi nella manica di Anton; il secondo sarà l'acquario, progettato e costruito dall'ingegnere inglese William Alford Lloyd, gia firmatario dei progetti di Londra e Amburgo e amico stretto di Anton Dohrn. L'acquario venne aperto nel gennaio del 1874 con ben 25 vasche, messe a disposizione per il folto pubblico di Napoli; ognuna rappresentava un ecosistema marino del Mediterraneo e, nel complesso, ospitavano un centinaio di esemplari. Ed ecco il terzo asso nella manca di Anton: il reparto di preparazione e conservazione degli animali marini, tra i più belli dell'epoca. Merito di Torillo, figlio del portiere di palazzo Torlonia, dimora di Anton, che lo assunse quando aveva solo 14 anni. Torillo, detto poi don Salvatore, da geniale autodidatta, inventò nuove metodiche di conservazione che resero famosa la stazione in tutto il mondo; gli animali saranno rischiesti, negli anni a venire, da tutti gli istituti, musei e scuole del pianeta.
Torillo, alias don Salvatore Lo Bianco (immagine qui sotto, a destra), non rivelerà a nessuno i suoi segreti per la preparazione dei campioni sino al 1890, quando, a causa delle insistenze dell'Accademia prussiana, Anton non fu costretto a condividere con il mondo scientifico procedure e dettagli.
Negli anni, la stazione "escogiterà" nuove tecnologie, oltre a quelle di Torillo; per esempio le scoperte di Ernest Abbe che reinventa ex novo la microscopia, vengono collaudate e migliorate da Paul Meyer. E nel frattempo la biblioteca della stazione si arricchisce a dismsura.
In mare le ricerche vengono effettuate con due vaporetti: il Frank Balfour e il Johannes Muller; entrambi scarrozzeranno in lungo e in largho generazioni di biologi marini e studiosi di altre discipline, soprattutto nelle acque del golfo e antistanti la Campania.
Frenetica la produzione editoriale: i rapporti sulle ricerche attuati a Napoli vengono pubblicati sul Mittheilungen, le rassegne pubblicate in tutto il mondo sono raccolte sulla pubblicazione annuale Zoologischer Jahresbericht, infine, l'enciclopedica Fauna e Flora del golfo di Napoli, ben 40 volumi pubblicati sino al 1982.
Tutto questo ebbe un costo notevole e costringe Anton a correre in giro per l'Europa e le Americhe, alla perenne ricerca di fondi, che gli consentiranno di ampliare due volte la stazione: la prima volta nel 1885-1888; la seconda volta nel 1903-1905. Vengono aperti i nuovi dipartimenti di botanica, oceanografia, chimica fisiologica e batteriologia.
Ma quale è il segreto del successo di Anton Dohrn? L'innovazione? La tecnologia? Lo spirito di libertà che si respirava all'epoca? Tutti probabili ingredienti, ma non quelli fondamentali. Il segreto, come sucessivamente confermerà Irmgard Muller, è stata la capacità di Anton di catalizzare le altrui energie, un "istinto infallibile per il genio degli altri". Di tale capacità beneficieranno 1858 studiosi, di cui 566 tedeschi. Anton non verrà celebrato solo dai suoi colleghi, ma anche da monarchi, ministri e altri personaggi; tra questi Vittorio Emanuele II, Eleonora Duse, Guglielmo II di Prussia, Roosevelt, Picasso, Stravinskij, Curzio Malaparte, Carmen Sylva ovvero Elisabetta di Romania e molti altri. Nel 1897 la città di Napoli gli offre la cittadinanza onoraria.
Sulla scia del successo della stazione zoologica di Napoli, nascono nel mondo altre stazioni, delle copie fisiche
come quella di Misaki in Giappone (1887), di Woods Hole, USA (1888), Plymouth, Inghilterra (1888), nonché altre strutture con la stessa idea di libertà scientifica, come il Rockefeller Institute for Medical Research di New York, il Kaiser Wilhelm Institut di Berlino, oggi noto come Max Planck Institute.
De Masi, in L'emozione e la Regola (Laterza, 1989) scrive a proposito di Dohrn: "un esempio straordinario di organizzazione post-industriale realizzata in piena epoca industriale in una città che era ancora pre-industriale".
Il progetto di Dohrn è paragonabile a quello messo in piedi dai ragazzi di via Panisperna di Enrico Fermi o del gruppo Bloomsbury.
Dohrn era consapevole di quello che era riuscito a creare ("Ho fatto della mia vita un'opera d'arte"). Eppure era inquieto: "Eppure...volevo qualcosa di diverso...volevo creare spiritualmente, vivere spiritualmente, concludere la mia esistenza in un'atmosfera di civiltà interiore. Ma ai nostri tempi ciò è più difficile di prima: la selvaggia, precipitosa vita, trascina via anche chi voglia opporre resistenza...e lo trascina. Dio sa dove. E si è internamente preoccupati a proteggere se stessi e i propri cari dal pericolo di essere sommersi dai flutti".
Anton abbandonerà per sempre la "sua fabbrica della scienza" nel 1909. Pochi anni dopo, i flutti della Grande Guerra si abbatteranno sulla sua stazione e sulla scienza intera.
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BIBLIOGRAFIA
- Francescato Grazia. Dohrn, un sogno Mediterraneo. Airone n. 115, novembre 1990. Pag 136-160.
- De Masi. L'emozione e la regola. I gruppi creativi in Europa dal 1850 al 1950. Laterza, Bari, 1989.
- Karl Ernst von Baer, Anton Dohrn. Correspondence, Karl Ernst Von Baer (1792-1876), Anton Dohrn (1840-1909). In: Christiane Groeben, TransActions of the American Physolophical Sociey, Vol 83 Part 3, Philadelphia, 1993.
- Fokin S. I., Groeben C. Russian scientists at the Naples Zoological Station 1874-1934. Ediz. 2008.
- Silvia Caianiello, Christine Groeben. Anton Dohrn e il darwinismo a Napoli. 2009.
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SITOGRAFIA
- Sito della Stazione Sito della Stazione Zoologica Anton Dohrn.
- Wikipedia. Stazione Zoologica Anton Dohrn. Nota: su wikipedia compaiono diversi errori relativi alla biografia di A. Dohrn.
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