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Cod Art 0445 | Rev 01 del 05 Apr 2013 | Data 24 Set 2011 | Autore: Pierfederici Giovanni

 

   

 

L'ALLEVAMENTO DEL PESCE AI TEMPI DEI ROMANI

Allevamento pesce Romani

Sopra, stagno marittimo romano. Tratto da: Anche al tempo dell'antica Roma si allevava pesca, di Ferrari Maurizio

Macrobio (IV – V sec. d. C.) filosofo, scrittore e funzionario romano, ci fornisce quella che è probabilmente la più antica testimonianza riguardante l’allevamento del pesce presso le più facoltose famiglie romane. Macrobio riporta: "I Licinii furono chiamati Murena allo stesso modo che Sergio Orata ebbe tale soprannome perchè era ghiottissimo del pesce che ha nome orata. Si tratta di colui che fu il primo a fare allevamenti di ostriche a Baia....Si facevano venire le murene per i vivai della nostra città fin dallo stretto di Sicilia. Sono le migliori, a giudizio degli spendaccioni".
I romani costruirono lungo le coste del Mare Nostrum moltissimi impianti, come porti, stagni marittimi, peschiere e cave. Attualmente tali strutture sono utilizzate dagli oceanografi per determinare le variazioni del livello del mare degli ultimi 2.000 – 3.000 anni (vedi box 1).
I romani allevarono murene, orate, anguille, triglie e persino lo scaro (pesce pappagallo) portato in enormi quantità dall’ammiraglio Optano.

Le cosiddette piscine di acqua salata erano perlopiù simboli da ostentare dalle famiglie più facoltose. Erano costose da costruire, da mantenere e da gestire. Quindi erano rappresentative di uno status sociale e non erano utilizzate per guadagnare. Mosaico marino Villa castelfusano
Un certo Lucio Locullo, riferisce Varrone (II – I sec. a. C.) fece addirittura perforare un’altura in modo tale che l’acqua di mare potesse fluire nelle sue piscine da due diversi lati. Non contento, fece progettare un tunnel sotto il livello del mare con tanto di diga per far fluire due volte al giorno, grazie alle maree, l’acqua di mare entro le sue piscine.
Nella villa di Castelfusano di Plinio (I sec. d.C.) è attestata la presenza di una presunta piscina di acqua salata, mentre è certa la presenza di una struttura simile, a cielo aperto, nella villa di Casal Morena (I sec. a.C.). Anche nella villa di Centocelle 'della Piscina' (IV – II sec. a.C.)vi era appunto una piscina con tanto di anfore che servivano come tane per i pesci. Stessa destinazione per la piscina di Villa di Quarto Cappello del Prete (II – I sec. a.C.). Le ville litorali sono tutte stazioni idonee per la presenza delle piscine, purtroppo molte di esse come quelle del litorale ostiense (Castelporziano e Castelfusano) sono poco conosciute. Da ricordare che la presenza di una vasca in prossimità di una villa romana può essere interpretata in tanti modi. Se è presente una fornace allora la vasca era sicuramente utilizzata per la produzione dell’argilla; a volte si tratta di vasche di decantazione e solo in certi casi (presenza di anfore), si è sicuri che fossero piscine di acqua salata. Altre vasche non sono state ancora classificate.

Piscina acqua salata Villa Centocelle

Sopra, la piscina di acqua salata della Villa Centocelle

Gli stagni marittimi erano invece strutture più semplici e remunerative, usate per allevare e vendere il pesce nei mercati locali nonché per integrare la dieta con proteine nobili da parte dei piccoli possidenti. Gli stagni marittimi sorgevanoo infatti in aree marittime poco fertili del Lazio, della Campania e di alcune isole dell’arcipelago Toscano.
Ne parla Columella (I sec. d. C.):"Lo stagno marittimo veramente ideale è quello disposto in modo tale che ogni successiva onda del mare scacci la precedente e non lasci che l’onda vecchia rimanga entro il chiuso....".
Tale stagno raramente era scavato nella roccia, poiché troppo oneroso, più spesso invece era costruito sulla spiaggia con muratura di tipo Segni (impasto di calce e coccio pesto di origine Cartaginese usato per la prima volta da un cittadino di nome Segni). Sempre Columella scrive: "Sette piedi d’acqua (2 metri n.d.r.) sono più che sufficienti per i pesci. Se lo stagno è allo stesso livello del mare si scava di più, sino a 9 piedi (2.7 metri n.d.r.) e a due piedi (60 cm n.d.r.) dalla superficie si costruisce, per mezzo di cunicoli, delle cascatelle d’acqua per far si che l’onda arrivi con grandissima abbondanza".
Lo stesso Columella descrive anche le piscine per pesci bentonici come sogliole e rombi: "La piscina deve essere profonda circa due piedi (60 cm. n.d.r.) in un punto della spiaggia che non rimanga mai scoperto neanche durante la bassa marea. Sui margini si dispongano dei paletti molto fitti  che sporgano sempre dal livello dell’acqua...poi si gettano e dispongono in cerchio dei massi in modo tale da abbracciare per un giro l’intera piscina ..così si rompe la furia del mare. Il pesce, stando in uno specchio d’acqua tranquillo, è indisturbato nel suo riposo, ne il vivaio si riempe così di materiali, che il mare getta a riva durante le tempeste violente".

 

BOX 1 - L'AUMENTO DEL MARE NEGLI ULTIMI 2.000 ANNI

  Attualmente, come spiega un articolo apparso sulla rivista Darwin di questo mese, le peschiere e i moli dei porti romani sono utilizzati per stimare l'aumento dell'altezza del livello marino degli ultimi 2.000 anni. La letteratura latina ci permette di capire ed interpretare la funzionalità delle strutture scelte come indicatori; poiché queste sono diffuse lungo tutte le coste del Mediterraneo, negli ultimi anni sono stati effettuati degli studi interdisciplinari per stimare le variazioni del livello del mare, anche in considerazione dei cambiamenti indotti dalla tettonica, oltre che dallo scioglimento dei ghiacci. In tal modo è stato possibile colmare un gap nella ricostruzione storica delle variazioni del livello del mare tra quella geologica a lungo termine e quella moderna strumentale (quest'ultima disponibile solo per gli ultimi 120 anni). Sappiamo quindi che il Mare Nostrum sta crescendo in modo differente rispetto agli oceani, ad un tasso di circa 1 mm all'anno. In 2.000 anni il mare è cresciuto di circa 1.35 metri.
L'aumento del livello del mare è maggiormente percettibile in zone ove la costa, per fenomeni di subsidenza, sta sprofondando come nel ravennate e in tutta l'area della Laguna Veneta; in tali aree il mare aumenta di 8 mm all'anno, e diviene percettibile a coloro che vivono appunto in tali zone. Anche in Turchia accade la stessa cosa. In Spagna, Calabria e tutta l'area tirrenica invece, l'aumento del livello marino è impercettibile. Alcune zone del pesarese, infine, sono in sollevamento, per cui è percepita una diminuzione del livello del mare

Peschiera Torre Astura Grata di una peschiera romana sommersa

Sopra, a sx la peschiera romana di Torre Astura, presso Nettuno, con i resti delle vasche di allevamento semisommerse e delle mura perimetrali usate per la difesa dai marosi. A dx un particolare della saracinesca in piombo, con forature da 2 cm. per il ricambio dell'acqua. Immagini da: L'impatto del mare sulle zone costiere, Darwin n.45 settembre 2011.

BIBLIOGRAFIA