L'UTILIZZO DI ACQUA DI MARE NEGLI IMPIANTI DI RIGASSIFICAZIONE DEL GNL
Documento di approfondimento a cura di Livio Poldini, Marco Costantini, Maurizio Fermeglia, Carlo Franzosini, Fabio Gemiti, Michele Giani, Dario Predonzan
ABSTRACT
L'Italia è interressata da un significativo numero di progetti per la realizzazione di impianti di rigassificazione del GNL, solitamente proposti nella configurazione "a circuito aperto" che prevede l'utilizzo dell'acqua di mare per il riscaldamento del gas liquefatto.
Le alternative tecnologiche, genericamente definite "a circuito chiuso", richiedono un consumo energetico maggiore per non impattare l'ambiente acquatico. Viene qui proposta una valutazione del diverso impatto tra un maggior consumo di energia per la rigassificazione in "circuito chiuso" e l'utilizzo di acqua di mare per la modalità a "circuito aperto".
Le due tecnologie comportano l'una la combustione di un'aliquota supplementare (0.87%) del GNL conferito in impianto, quindi una maggior emissione di CO2 e NOx, l'altra l'effetto cumulativo del raffreddamento dell'acqua di mare, della perdita dei servizi ecosistemici espletati dall'habitat marino, della distruzione di plancton e larve, della selezione operata a favore di specie batteriche resistenti, del rilascio di sostanze tossiche ivi compreso il cloro libero residuo. Tra le due forme di contaminazione, la seconda solleva elementi di maggior preoccupazione.
A prescindere da altri aspetti legati alla sicurezza, alla salute di popolazione e lavoratori, di tutela del paesaggio che la realizzazione di questi impianti potrebbe comportare e per qualsiasi tipologia di impianto di rigassificazione previsto, al fine di preservare gli habitat marini vanno precauzionalmente adottati schemi di funzionamento diversi da quelli a "circuito aperto" in tutti i mari italiani.
Il documento completo è disponibile in formato pdf.
Ringraziamo il Comitato Scientifico WWF Trieste: Livio Poldini, Marco Costantini, Maurizio Fermeglia, Carlo Franzosini, Fabio Gemiti, Michele Giani, Dario Predonzan.
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